È morta il 2 febbraio 2022 Monica Vitti, una delle più grandi attrici del cinema italiano dal Dopoguerra a oggi. Aveva 90 anni. La notizia è su tutti i media.
Non avendo più partecipato a trasmissioni televisive da 20 anni circa, quindi dai primi anni Duemila, la stragrande maggioranza dei giovani italiani non sa nemmeno chi sia.
A questo punto, il problema da porsi, è come mai un certo cinema, considerato d’antan, sia sparito dal piccolo schermo. Non sono bastati i pur lodevoli canali supplementari Rai, tipo RaiMovie o RaiPremium, a non far sparire dal circuito nazionale i capolavori del nostro cinema.
È un peccato, per non dire di peggio, che le televisioni siano ancorate ad un modello legato ad ascolti per tutte le ragioni che sappiamo (introiti pubblicitari, spettacolarizzazione degli show e dei talk-show, creazione di risse aggratis).
Tra l’altro sappiamo benissimo chi, come, quando e perché ha creato un certo modello di diffusione televisiva, al quale, volente o nolente, mamma RAI ha dovuto adattarsi.
Poi però non meravigliamoci che la Cultura Italiana, in questo caso cinematografica, sia destinata a scomparire o a cadere nell’oblio. Certo, la storia del cinema mondiale si ricorderà di questi mostri sacri italiani, a partire da Rossellini, Antonioni, per arrivare a tutti gli attori che hanno plasmato la nostra Cultura di un settantennio.
Con la scomparsa di Monica Vitti, mi pare, che non è rimasto più nessuno di questi mostri sacri.
RaiMovie ha un palinsesto sicuramente di nicchia e lodevole. Anche Rai5 propone film molto validi per chi ha la passione di guardare del cinema di qualità sul servizio pubblico e non vuole “piegarsi” alle logiche dei pacchetti a pagamento.
L’augurio che possiamo farci, come italiani e sostenitori della Cultura, è quello che mamma Rai potenzi il servizio dedicato alla Qualità e magari istituisca dei canali supplementari dove si possano vedere i capolavori del cinema italiano, ma non solo (penso anche al cinema francese o ad altri generi, come il cinema d’essai). Tra l’altro col nuovo digitale, si libereranno giusto appunto svariate frequenze, che potranno lasciare spazio alla creazione di nuovi canali del digitale terrestre. Il canone lo paghiamo tutti. Che si diano una mossa, prima che finiamo a vedere tutti quanti Checco Zalone (con tutto rispetto, per carità, ci vuole anche quello, ma non solo).