Oggi mi girano le scatole. E allora: Let There Be The Music…

let there be the music, jazz music

C‘hai presente quei giorni che ti girano? Eh, beh, capita a tutti. Allora ho preparato una bella playlist che se proprio non riuscirà a farti passare i giramenti, quantomeno li allevierà, grazie all’enorme potere terapeutico della musica.

Ah, quanto sarebbe migliore il mondo, se anche i politici ascoltassero più musica, di quella buona, di Qualità. Facciamo ascoltare un po’ di questa musica a chi ha tanta cattiveria dentro, senza far nomi. Tanto si sa di chi si parla, inizia per P e finisce per N e ha cinque lettere…

Buon ascolto! E non dimenticate di iscrivervi alle playlist che ho condiviso su Spotify!

Il dodecalogo del freelancer – La mia Vision

Fabrizio Gabrielli, che cosa ho imparato dalla mia esperienza nel marketing digitale come SEO Expert

Dodici cose che ho capito, da quando mi occupo di digital marketing.

Ho elaborato il mio personalissimo Manifesto del Freelancer, riferito in particolare alla mia attività di SEO Expert, SEO Specialist, come creatore e fondatore di una piccola startup come Pistakkio Marketing, ma che può benissimo anche essere traslata nell’attività di qualsiasi altro freelancer attivo nel digital marketing.

1. Scopri chi sei.

  • All’inizio, è difficile concentrarsi sulle cose che contano per te e che ti servono.
  • Invece, potresti ritrovarti tirato in direzioni diverse che possono causare esaurimento.
  • Più velocemente imparerai chi sei, più facile sarà seguire il tuo percorso.

2. Impara a conoscere i tuoi Valori e a valorizzarli.

  • I Tuoi Valori sono la Tua Stella Polare.
  • Essi ti aiuteranno a costruire l’attività in cui ti divertirai a lavorare e a lavorare con persone che condividono i tuoi Valori.

3. Stai con le persone che ti apprezzano per quello che sei.

  • Tutti hanno bisogno di supporto e di essere apprezzati. Puoi andare lontano da solo. Ma andrai molto oltre, insieme a qualcuno che ti supporta lungo la strada.
  • Circondati di persone positive che la pensano allo stesso modo.
  • Elimina dalla tua cerchia di collaboratori coloro che vivono in “modalità vittima”. Ti trascineranno giù. Inesorabilmente.

4. Non negoziare con chi non ti rispetta.

  • Non è necessario vincere ogni battaglia.
  • Non c’è bisogno di dimostrare a nessuno che hai ragione.
  • Dovresti essere d’accordo ad allontanarti da progetti, denaro e clienti se non rispettano te, il Tuo Tempo o i tuoi processi di Lavoro.

5. Stai lontano dai clienti che sanno tutto loro.

  • Se glielo permetti, rovineranno la tua attività abbastanza rapidamente.
  • Quindi: “vade retro, Satana”.

6. Assumiti le tue responsabilità.

  • Le persone che incolpano costantemente qualcun altro, falliscono al 100%.
  • Non fare il qualunquista. Impara ad assumerti la Responsabilità delle Tue Azioni e Decisioni.
  • È il primo passo per migliorare la Tua Vita ed esserne l’Artefice.
  • E ricordati la cosa più importante: che se non decidi (o decidi di non decidere) è anch’essa una decisione.

7. Impara dagli errori e dalle scelte sbagliate che hai fatto.

  • È il modo migliore per crescere velocemente.
  • Quando capisci che cosa ti ha insegnato una situazione spiacevole, puoi usarla a tuo vantaggio in futuro.
  • Se non impari una lezione, la situazione andrà a peggiorare.

8. Fai ciò che ti illumina (trova il tuo “Ikigai”) anche nel lavoro.

  • Se devi sforzarti di svegliarti ogni giorno e fare il tuo Lavoro, hai scelto il lavoro sbagliato.
  • È giusto cambiare le cose che fai. Focalizza il tuo Lavoro, ma rendilo vario, alternando le operazioni che svolgi tutti i giorni, affinché non diventino monotone, perché la monotonia ti creerà alienazione.

9. Mantieni una Visione superiore.

  • Sostieni qualcosa di importante per te. Quando la tua causa è più grande di te, hai poteri illimitati. Nessuno ti potrà fermare. Non le tasse, non i clienti criticoni, nemmeno le crisi mondiali, pandemie, guerre e le cavallette 😊.
  • Chiediti: perché lo sto facendo?
  • Va bene essere motivati ​​dal denaro, ma non basta. Ci deve anche essere qualcosa di più grande e più significativo per la comunità dei Tuoi Clienti che stai aiutando col tuo Lavoro.

10. Dì di “no” più spesso.

  • Le opportunità sono grandiose.
  • Ma non hai bisogno di tutte le opportunità che ti si presentano.
  • A volte ti distraggono solo da ciò che conta.

11. Crea l’atmosfera “giusta” nella tua attività.

  • Sii responsabile nel guidare la Tua Azienda, che dovrà avere la sua Voce e i suoi Valori.
  • Assumi o collabora con persone che sono in totale accordo con questa Vision.

12. Dai il giusto Valore al tuo Pricing.

  • Trova il tuo pubblico di destinazione e ignora quelli che non sono nel tuo target.
  • È impossibile aiutare tutti e piacere a tutti. Se ci provi, fallirai presto.
  • Dai Valore ai tuoi prezzi e lavora solo con coloro che sanno capire il Valore del tuo Lavoro.
Joe Orlando
Orlando per le pubblicità del fumetto di Sea Monkeys. Dopo 16 anni di freelancing, divenne redattore della DC Comics nel 1968, e gestì House of Mystery

Tovarish, Gorbaciov, Do Svidanija

Mikhail Gorbaciov, ritratto ufficiale

È morto Mikhail Sergeevich Gorbaciov, storico segretario generale del PCUS e riformatore dell’Unione Sovietica, fautore della Perestrojka e della Glasnost’, storici concetti che sono entrati anche nel Vocabolario Treccani.

perestròjka s. f. [voce russa, comp. di pere, indicante mutamento, e stroit′ «costruire»; propr. «ricostruzione, riorganizzazione»]. – Termine adottato nella politica interna sovietica e poi accolto dal giornalismo internazionale per indicare l’insieme di riforme politico-economiche (ricambio nei vertici di partito, adozione di nuovi sistemi di rappresentanza ed elettorali, moderato liberismo economico, riconoscimento delle opposizioni interne, ecc.) che caratterizzarono l’azione di Michail S. Gorbačëv a cominciare dal marzo 1985, quando venne a occupare la carica di segretario del Partito Comunista sovietico. A perestrojka era solitamente associato il termine glasnost (v. la voce), spesso tradotto in ital. con trasparenza.

glàsnost s. f. [voce russa, glasnost; propr. «comunicazione, informazione»]. – Termine adottato nella politica interna sovietica negli anni Ottanta del sec. 20° e poi accolto dal giornalismo internazionale per indicare la pubblicizzazione delle notizie politiche, economiche, culturali tramite i mezzi d’informazione (v. perestrojka). La comune, ma non esatta, traduzione con trasparenza è dovuta all’assonanza con l’ingl. glass, ted. Glas, fr. glace, che significano «vetro».

Gorbaciov è stato tanto amato e stimato all’estero, quanto inviso ai russi, durante l’era del suo mandato. La sua perestrojka e la sua glasnost’ furono una ventata di freschezza e rinascita per le libere idee dei russi: nacquero news magazine, giornali e riviste che spuntavano dal nulla come funghi. Fu un periodo bello per tutti coloro che lo hanno vissuto dal vivo e dal di dentro (e io ci sono stato in Russia quando c’era Gorbaciov). Non con i titoloni “sparati” di Repubblica, che all’epoca, in piena era Scalfari, gridava alla libertà a ogni piè sospinto, ma con chi, come me, da studente universitario all’Università Lomonosov di Mosca, ha potuto vedere i capannelli all’uscita delle stazioni della metropolitana di Mosca e Leningrado (oggi San Pietroburgo), con improvvisati comizi da strapaese, dove si discuteva di tutto, dal prezzo delle patate alla possibile efficentazione del lavoro sovietico nelle campagne. Insomma, io c’ero. C’ero nel 1989, la prima volta che andai in Unione Sovietica, come ospite di una famiglia di amici, e poi quando tornai successivamente come studente alla Lomonosov nel 1994 per tutto un semestre invernale. Ma quella è ancora un’altra storia, perché già c’era al potere El’tsyn, il quale aveva già cambiato parecchie cose e già l’Unione Sovietica non esisteva più, almeno come moloch statutario di un passato comunista.

Ma la perestrojka (lett. ristrutturazione) di Gorbaciov mise in luce tutte le contraddizioni del cambiamento, nonché fece già intuire i successivi accaparramenti e speculazioni dell’era successiva, quella di El’tsyn. E con la ristrutturazione che avviò Gorbaciov, i negozi erano vuoti (io li ho visti e non parlo per sentito dire): scaffali lunghi dieci metri con tre pezzi di qualcosa, gettati lì, senza la minima normativa igienica. Cosa che nemmeno nella precedente era Brezhnev si era mai vista. Tant’è vero che molti russi rimpiansero per anni l’era Brezhnev.

Mi si passi il paragone, un po’ tirato per i capelli, ma Gorbaciov è stato per la Russia quello che è stato per noi italiani, Mario Monti. Stimatissimo all’estero e quasi odiato dagli italiani, che fu costretto a mettere in ginocchio a causa del vicino fallimento e delle politiche restrittive europee.

Nessuno, tra i russi, rimpianse la dipartita di Gorbaciov, quando ci fu il colpo di stato nel 1991 e quando arrivò appunto El’tsyn.

A me Gorbaciov ha fatto sempre tanta tenerezza, soprattutto quando uscì di scena, massacrato dai media russi e dall’opinione pubblica. Quando ci fu il golpe, tutti lo videro scendere dalla scaletta dell’aereo, di ritorno dalla Crimea (pensate ai corsi e ai ricorsi della Storia!!!), dov’era in vacanza con la moglie Raissa Gorbaciova. Stanco, prostrato, umiliato, defenestrato senza la minima parvenza di gratitudine, additato poi, anche oggi da Putin, come un traditore della Patria.

Nemmeno lui, e lo ha detto più volte successivamente, si sarebbe mai potuto aspettare del cambiamento a cui aveva dato vita. Gli sfuggì tutto di mano, forse in un modo che nemmeno lui aveva previsto e auspicato. Vuoi o non vuoi, la sua rivoluzione senza sangue è stata però lo stesso una cosa epocale, che quantomeno sarà studiata nei libri di storia della Russia, quando tornerà ad essere un paese democratico.

Oggi la Russia ha celebrato le esequie di un grande uomo del Novecento, quasi in silenzio, vergognandosi del suo passaggio terreno nella Storia del paese. Il che la dice lunga sul livello di democrazia di quel paese, oggi.